Isola Bisentina
Il mistero nel cuore del lago
Originariamente in corrispondenza dell’isola si trovava il cratere del vulcano da cui ha avuto origine il Lago di Bolsena. L’isola ha dimensione modesta, 17ettari, ma è incredibilmente ricca di storia e spettacoli della natura.
Il suo insediamento ha origini antiche e dubbie. La presenza stabile sembra risalire al 1200 sotto il dominio della famiglia Aldobrandeschi. Fu Successivamente dominio della chiesa e residenza estiva del papa fino al 1758.
Nella profondità del monte Tabor (56 m s.l.m.) fu scavata nel tufo la “Malta dei Papi” orribile carcere a vita a cui ci si accede per mezzo di un pozzo lungo 30 metri destinato agli ecclesiastici che si macchiavano di eresia.
Nel IX secolo fu rifugio degli abitanti di Bisenzio invasa dai Saraceni. A metà del 1200 passò sotto il dominio dei signori di Bisensio che presto l’abbandonarono. Così nel 1261 fu annessa alla Chiesa. Venne però distrutta da Ludovico il Bavaro, scomunicato dal Papa e accusato d’eresia.
Nel 1400 fu proprietà dei Farnese. In questi anni l’isola visse un periodo di gran prosperità, ospitò numerosi Papi ed i Farnese. L’isola passò anche sotto il ducato di Castro. Nell’Ottocento, torna nuovamente alla Chiesa come residenza estiva dei papi fino al 1758. Divenne infine proprietà privata della famiglia aristocratica dei Principi del Drago, signori del castello di Bolsena.
La vista dal lago è stupefacente: si spazia dai folti boschi di leccio con pioppi, salici, platani e piante secolari attraverso tratti di macchia fino ad uliveti secolari e giardini all’Italiana. Uno studio botanico effettuato sull’isola ha rinvenuto fino a 230 tipi di vegetazione sia spontanea che naturalizzata. I panorami sono incantevoli, bellissime insenature e strapiombi rocciosi che scompaiono nell’azzurro del lago.
L’isola ha in se anche numerosi monumenti. Al suo interno infatti si trovano ben sette chiese, ognuna di fronte ad uno dei comuni che si affacciano sul lago. Le chiese, alcune diroccate, storicamente erano luogo di pellegrinaggio per chiedere l’indulgenza plenaria probabilmente alla stregua delle sette chiese di Roma.
Restano poi la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, con la sua grande cupola realizzata dal Vignola, è la più imponente. Si trovano poi il convento Francescano, la Rocchina o chiesa si S. Caterina, la cappella del Crocefisso con affreschi risalenti al 1400.