Valentano
Dal Paleolitico un guardiano del lago
Valentano sorge su un colle a poco più di 500 metri sul livello del mare, posto in posizione sud occidentale rispetto al Lago di Bolsena. I suoi 2900 abitanti godono di un’ottima posizione panoramica, a cavallo tra lago e mare, a circa 34 km a nord – ovest dal capoluogo Viterbo. Il paese non affaccia direttamente sul lago ma dista 8 chilometri da esso, il mare con le spiagge di Montalto si trovano ad appena 30 chilometri. Valentano è un paese prevalentemente agricolo con un centro artigianale in decisa espansione negli ultimi anni. Nel comune di torva il Lago di Mezzano a circa 4 chilometri dal paese. Di forma circolare è come Bolsena di origine vulcanica. Molto bello per gli amanti della natura, in esso sono stati rinvenuti resti di antichi abitati palafitticoli. Il villaggio, ora sommerso, ha restituito il complesso dei reperti integri più imponente di tutta l’Italia centrale.
Un po’ di storia
Il paese ha origini molto antiche, e numerosi sono gli scavi che hanno delineato segni di presenza umana risalenti addirittura al Paleolitico ed al Neolitico, fino a quelli più “recenti” dell’età del Bronzo. E proprio di quest’epoca sono i ritrovamenti di complessi di palafitte sul Lago di Mezzano, a pochi chilometri dal centro di Valentano, dove sono stati ritrovati numerosi reperti di ceramica, bronzo e legno.
Inferiori rispetto ad altre zone del Viterbese, sono invece le tracce del passaggio degli etruschi, per lo più situate sul Monte Becco. Intorno al IX secolo si hanno notizie di un centro chiamato Valentanu, che passò sotto il controllo di Viterbo nel 1193, per poi subire nel 1328 la proverbiale invasione barbarica con annessa distruzione e ricostruzione (del 1331).
Il Cardinale Albornoz nel 1327 aiutò la città ad entrare in una parte lontana dei possedimenti della Chiesa e nel 1368 della Famiglia Farnese. Fu un periodo molto prospero questo per il paese, che fu ampliato e poi venne annesso al Ducato di Castro nel 1537 fino alla sua caduta (1649), seguendo poi l’inerzia del suo inesorabile declino.
Cosa vedere
I fasti del periodo rinascimentale a Valentano, sono ancora sotto i nostri occhi, soprattutto grazie ad alcune opere dell’epoca, conservate perfettamente fino ai giorni nostri. Ne è un esempio l’imponente Rocca, sorta sui resti del Castello del Trecento, costruita da Pier Luigi Farnese nel XV secolo. Con la sua magnifica facciata, il suo singolare porticato in mattoni ed i suoi oltre 20 metri d’altezza, la Rocca fu adibita come monastero nel 1731, mentre adesso ospita il Museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese. Apprezzabile la pianta ottagonale della torre adiacente alla Rocca, un tempo collegato a quest’ultima tramite un ponte levatoio. Al suo interno vi era una cella di rigore, ed infatti sono ancora ben visibili i disegni e le scritte dei prigionieri. La torre è alta circa 26 metri ed è possibile accedere fino alla sua sommità, regalando al visitatore una fantastica veduta panoramica del Lago di Bolsena, fino a scorgere il mar Tirreno.
Sempre nelle vicinanze, da non perdere la Collegiata di San Giovanni Evangelista, edificata intorno all’anno 1000 in puro stile romanico e dedicata all’Apostolo omonimo. Lo splendore barocco dei suoi interni è conseguenza di alcune ristrutturazioni avvenute intorno al 1700, al secolo precedente appartiene alla statua lignea della Madonna Assunta, all’epoca della costruzione invece, l’affresco della Crocifissione attribuito a Marcello Venusti.
Altre notevoli tele al suo interno sono le opere di Corrado Giaquinto e di Pietro Lucatelli. Mentre sono dedica al patrono della città San Giovanni, due tele del pittore Pietro Padroni, residente proprio a Valentano. Sotto l’altare maggiore sono invece conservate le reliquie del compatrono Giustino Martire, conservate in una preziosa urna artistica.
Nel centro storico di Valentano invece, il Palazzo comunale. Realizzato nel 1552, fu ampliato nel 1700, visto che la pianta principale comprendeva il solo porticato inferiore ed il primo piano. Furono poi aggiunti gli uffici giudiziari trasferitisi dopo la distruzione di Castro. Una loggia al piano terra contiene uno stemma di papa Martino V Colonna, uno quattrocentesco dei Farnese (con i classici 6 gigli) ed uno stemma del pontefice Papa Paolo III.
Degna di nota anche la lapide eretta in onore di Giuseppe Garibaldi, chiamata “Lapide dei Caduti “, simbolo della memoria del paese per i caduti Valentanesi della Prima Guerra Mondiale. Il testo della lapide fu scritto dal celebre letterato Fausto Salvatori (noto per l’inno a Roma). Presso il Museo Civico (nella Sezione “Medievale, Rinascimentale e Moderna”), sono contenuti lo “staio” e la “canna castrense”, due unità di misura dell’antico Ducato, che trovavano posto sotto il vecchio portico del palazzo.
Poco fuori alla sede del comune, al limite di Piazza Paolo Ruffini (dedicata al celeberrimo matematico nato proprio a Valentano, nel palazzo Cruciali), c’è l’importante Porta Magenta, monumento edificato nel 1779 su progetto del Vignola, per sostituire l ‘ antica Porta Romana crollata nel 1774. L’artista pose nel cuneo centrale dell’arco, un caratteristico “mascherone” intento, sembra, di mostrare la lingua alla folla.
La migliore escursione per gli amanti della natura è sicuramente al Lago di Mezzano, che condivide con il più grande Lago di Bolsena, la forma circolare e la purezza delle acque. Posto anch’esso nella depressione creata dall’attività vulcanica della zona, nelle sue acque furono travati alcuni reperti dell’età del bronzo. Ad esso sono proprio legate molte delle velleità turistiche del comune, compreso dalla Regione Lazio tra i centri prevalentemente turistici.
Eventi principali
Uno degli eventi principali da segnalare a Valentano è la Fiera dei Cedri che si svolge la terza domenica di maggio e il lunedì successivo. Questa grande fiera ha origini antiche, le cronache narrano dell’istituzione da parte di Gabriele Francesco, Pierluigi e Pierbertoldo Farnese con proprio editto del 1 maggio 1461. La fiera allora aveva la durata di ben 7 giorni, attorno proprio alla terza Domenica di Maggio, dapprima per la festa della Beata Vergine venerata nella Chiesa di San Giovanni, e più tardi abbinata alla festa della Madonna della Salute.